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Posts Tagged ‘tradizioni’

Tradizioni

Oggi in Valle c’è molto fermento e animazione per via della finale della battaglia delle mucche.

Durante la primavera si svolgono le varie fasi eliminatorie e oggi, numerosi allevatori portano i loro capi alla finale presso l’arena alle porte della città.

Molte persone arrivano dalle regioni vicine e anche dalla Francia e dalla Svizzera per assistere allo spettacolo.

Molti accomunano  questa battaglia alla corrida spagnola ma non c’è nessuna affinità fra le due sfide, se non il luogo che è appunto un’arena.

Le mucche che si affrontano , non si feriscono mai, la loro è una sorta di sfida dove vince la più dominante.

E’ del tutto simile a ciò che accade ad altri animali…il più forte impone la sua supremazia con lo sguardo o altri tipi di gestualità.

Nelle mucche questo accade tutti i giorni, anche durante il pascolo…la mucca più dominante fa indietreggiare le altre e lo fa utilizzando le corna, senza ferire o fare del male all’avversaria!

A volte le sfide durano parecchi minuti, altre volte appena le due bovine si guardano negli occhi una capisce di essere sottomessa e se ne va senza mostrare il minimo accenno di sfida.

E’ molto commovente vedere il rapporto che  gli allevatori hanno con le loro mucche : le coccolano, le incitano, le accarezzano e, se vincono la sfida, fanno loro un sacco di feste.

Alla fine viene eletta la “regina” dell’anno che viene premiata con  il tipico “bosquet” ovvero un mazzo di fiori, nastri  rami intrecciati che viene posto sulla testa della vincitrice che fa il giro d’onore dell’arena con una fierezza incredibile.

Anche queste sono tradizioni nate tantissimi anni fa e che è giusto facciano parte del patrimonio della regione.

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S.Orso

La città si sta preparando da diversi giorni ad accogliere la 1008° fiera di S.Orso.
Molti pensano che questa millenaria fiera sia dedicata realmente all’orso, in effetti una leggenda popolare dice che se il 31 gennaio il tempo sarà mite l’orso uscirà dalla sua tana ( situata sulle montagne ) per far asciugare il suo pagliericcio e poi si rimetterà a dormire e per questo l’inverno proseguirà per altri 40 giorni, viceversa se il 31 gennaio il tempo sarà freddo l’orso non uscirà dalla tana e si sveglierà dopo pochi giorni per decretare la fine dell’inverno. E’ una leggenda molto suggestiva che piace molto ai bambini e che io ho ascoltato dai miei nonni quando ero piccola…in realtà la fiera è dedicata a Orso che fu parroco ad Aosta e che morì il 1° febbraio probabilmente attorno al 529 (non vi sono date certe) e divenne Santo per la sua grande dolcezza e umiltà e perchè si narra proteggesse la città dalle calamità naturali. Si racconta che più volte salvò la città di Aosta da calamità naturali quali la siccità e le inondazioni.
S.Orso era ritenuto protettore da molte malattie, in particolar modo dalle malattie reumatiche e dal mal di schiena.
A lui è quindi dedicata la Chiesa di S.Orso ,che si trova nell’analogo borgo dove si svolge la fiera, dove ogni anno, il 30 gennaio, viene celebrata la solenne e suggestiva S.Messa per gli artigiani della fiera.

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In molti paesi e vallate della mia regione in questo periodo si festeggia il carnevale. Nella Valle del Gran s. Bernardo, in particolare, c’è una grande e antica tradizione legata a questa festività.
I personaggi del carnevale si travestono con abiti molto colorati e particolari e vengono chiamati “landzettes”. La tradizione dice che il primo carnevale risale al 1800 e le maschere sarebbero una riproduzione allegorica delle uniformi utilizzate dai soldati francesi durante il passaggio di Napoleone, in realtà molti credono che questi costumi così colorati  volessero, nell’antichità,  festeggiare l’arrivo della primavera e scacciare gli spiriti maligni…le maschere utilizzate per coprire il volto un tempo erano di legno, oggi sono di cartone o plastica mentre i vestiti vengono ancora cuciti e ricamati pazientemente a mano. Le abili sarte cuciono sugli abiti migliaia di paillettes e perline e specchi.
Personalmente non amo molto il carnevale, trovo inquietanti queste maschere dalle espressioni grottesche. Gli unici ricordi belli sono legati ai miei carnevali da bambina quando con i miei cugini costruivamo i costumi più fantasiosi e facevamo il giro del villaggio raccogliendo docetti vari e caramelle; alla sera le mamme ci facevano le bugie e noi ci dividevamo il nostro dolce bottino!

 

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Da ieri pomeriggio la neve è caduta ininterrottamente sino ad oggi nel primo pomeriggio.
Mi piace quando nevica nel fine settimana, non c’è l’assillo di dover uscire con la macchina per recarsi al lavoro e quindi ci si può godere la candida coltre, anche stando comodamente sotto le coperte, senza doversi alzare per spalarla!
Questa mattina infatti ci siamo goduti questa soffice neve per tutta la mattinata, giocando con il cagnone che sembrava impazzito : correva, saltava…era davvero felice, fradicio come un pulcino si divertiva a nascondere i suoi giochi e i biscotti sotto i cumuli bianchi e, di tanto in tanto, spalancava la bocca e mangiava i candidi fiocchi! Uno spettacolo!
Domani nella mia parrocchia si festeggerà S.Antonio, protettore degli animali, e, come ogni anno, il sagrato della chiesa si trasformerà in un picolo zoo; in molti porteranno i loro animali a prendere la benedizione…negli anni scorsi ho visto di tutto : dai cani ai gatti, dai canarini ai pesci rossi ai cincillà e ai criceti, ma anche cavalli e somarelli, ci sono anche allevatori che portano le loro “reines” ossia le mucche più belle e che producono più latte…insomma una grande varietà di generi animali!
La domenica successiva verranno poi benedette le auto e tutti i mezzi agricoli.
Sono piccole tradizioni di paese che sono però molto care a tutti e vengono così tramandate ai più giovani e ai bambini.

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Non mi piace l’ora solare, non mi piace che alle 5 di pomeriggio sia quasi buio, non vedo l’ora che arrivi il 13 dicembre: S.Lucia la notte più lunga che ci sia! Così diceva la mia nonna paterna e così, ancora oggi, io mi ricordo che verso la metà di dicembre i giorni iniziano nuovamente a crescere. Al”inizio non si vede la differenza ma dalla metà di gennaio lentamente si capisce che i giorni ricominciano a crescere.
Per me la vera crescita delle giornate e un pò la fine dell’inverno è segnata dalla tradizionale fiera di S.Orso, la millennaria fiera che dall’anno 1000 ( questa è la 1007° edizione ) anima il 30 e 31 gennaio le vie della nostra città.
In quell’occasione mi pare che le giornate veramente siano più lunghe e il buio tardi ad arrivare.
Sarà perchè la città è in festa, per l’occasione vengono infatti riaccese le luminarie di Natale, sarà perchè le vie vengono invase da una folla chiassosa e festante…in quei giorni quadrupla i numero di abitanti!!! Chissà…per me la fiera segna un pò la fine del rigido inverno.
La fiera nacque nell’anno 1000 per dare la possibilità agli artigiani di scendere a Valle a vendere gli attrezzi agricoli preparati al tepore delle stalle durante l’inverno; oggi alla fiera si trovano grandi artisti che espongono le loro opere meravigliose ma anche vecchi contadini che mantengono inalterato lo spirito e propongono i loro manufatti.
Dice la tradizione che porti bene acquistare “un pezzo” alla fiera pertanto ogni anno mi piace comperare qualcosa da un vecchio contadino che, con le sue abili mani, costruisce forme per il burro, fruste per il latte, rastrelli…che finiscono appesi nella tavernetta.

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